Pensi di avere l’osteoporosi? Ecco i punti del corpo dove fa più male

L’osteoporosi è una patologia scheletrica che si sviluppa in modo silenzioso e graduale, e per lungo tempo può non dare alcun sintomo evidente. Il rischio di fratture ossee spontanee o dovute a traumi anche minimi aumenta progressivamente, man mano che la densità minerale delle ossa diminuisce. Solo quando la malattia è avanzata possono comparire dolori persistenti e segnali di allarme, che spesso vengono sottovalutati o confusi con altri disturbi muscolari o articolari.osteoporosi

I sintomi iniziali e la natura silente dell’osteoporosi

Il meccanismo principale dell’osteoporosi consiste nella progressiva perdita di resistenza delle ossa, legata a un abbassamento della quantità di minerali come calcio e fosforo. In fase iniziale, la malattia raramente provoca dolore o altri disturbi avvertibili, tanto che spesso si scopre solo dopo una frattura inattesa.Fratture che colpiscono il femore, il polso o le vertebre sono tra le manifestazioni più tipiche.L’indebolimento strutturale porta le ossa ad essere più soggette a crolli e deformazioni (come la curvatura vertebrale), spesso dopo traumi apparentemente poco significativi.

Non è raro che le persone affette presentino segni sottili come perdita di altezza, modificazioni della postura (tendenza a incurvarsi), unghie fragili e riduzione della forza di presa della mano. Un altro sintomo insidioso è il ritiro delle gengive, che riflette la perdita di massa ossea anche a livello della mascella.

I punti del corpo più dolorosi nell’osteoporosi

Quando l’osteoporosi sfocia in sintomi dolorosi, questi si localizzano soprattutto nei distretti ossei più stressati o soggetti a carichi meccanici elevati:

  • La colonna vertebrale: Le vertebre toraciche e lombari sono tra le prime e più frequenti sedi di dolore. Fratture da compressione, anche spontanee, possono causare un dolore persistente, spesso scambiato per mal di schiena comune o tensione muscolare. Questo dolore tende a concentrarsi nella regione centrale o bassa della schiena e può peggiorare durante la giornata con il mantenimento della posizione eretta e l’attività fisica.
  • Il femore: Uno dei punti anatomici più soggetti a frattura nell’osteoporosi è la testa del femore e la regione del collo femorale. La frattura di femore, specie negli anziani, provoca un dolore acuto e una significativa limitazione funzionale, spesso necessitando interventi chirurgici.
  • Il polso (radio): Le fratture a carico del radio sono comuni, causate da cadute sulle mani, anche di lieve entità.
  • Le ossa lunghe come omero e tibia possono essere coinvolte, specie alle estremità, ma il dolore in questi casi è generalmente legato a frattura.

Il dolore vertebrale, in particolare quello localizzato nella parte lombare e toracica centrale, rappresenta la manifestazione più tipica e persistente della fase avanzata della malattia. Spesso si accompagna a perdita di altezza e a cambiamenti posturali che portano una progressiva incurvatura della schiena, nota come cifosi o “gibbo”. Alcuni pazienti, a causa della compressione dei dischi vertebrali, possono anche avvertire difficoltà respiratorie per la riduzione della capacità polmonare.

Come riconoscere il dolore da osteoporosi

Il dolore causato dall’osteoporosi si distingue da quello muscolare o articolare per alcune caratteristiche specifiche:

  • Compare gradualmente durante la giornata, aumentando con la posizione eretta prolungata o dopo sforzi fisici.
  • Spesso è assente al risveglio, ma si manifesta e si intensifica con il passare delle ore.
  • Può rendere necessario il riposo, spingendo chi ne soffre a sdraiarsi per alleviare la tensione sulla colonna.
  • La presenza di fratture spontanee o causate da piccoli traumi associata a dolore rappresenta sempre un segnale da non sottovalutare.

Il dolore lombare e toracico è spesso sottovalutato o attribuito a disturbi muscolari, posture scorrette o semplici “strappi”. Per una corretta diagnosi è importante considerare la storia clinica, l’età, l’eventuale perdita di statura e la presenza di ulteriori fattori di rischio come menopausa, terapie farmacologiche o malattie croniche.

Quando preoccuparsi e cosa fare

È consigliabile consultare uno specialista qualora si riscontrino:

  • Dolori insidiosi e persistenti in zona lombare o dorsale, specialmente associati a perdita di altezza o cambiamenti posturali.
  • Fratture in assenza di traumi significativi (“fratture da fragilità”).
  • Riduzione della forza di presa o fragilità eccessiva delle unghie.
  • Ritiro gengivale, segnando una perdita ossea anche nella mascella.

La diagnosi può essere formulata tramite esami strumentali come la densitometria ossea (DEXA), radiografie e valutazioni cliniche accurate. La prevenzione e il trattamento prevedono interventi personalizzati: attività fisica regolare, alimentazione equilibrata ricca di calcio e vitamina D, controllo delle terapie farmacologiche e uso di farmaci specifici nei casi più avanzati.

In presenza di dolore persistente alla schiena, improvvisa perdita di altezza, modificazioni della postura o fratture inspiegabili, non esitare a chiedere una valutazione specialistica: anche l’intervento precoce può ridurre drasticamente il rischio di eventi più gravi e garantire una migliore qualità della vita.

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