Qual è la differenza tra pelle e ecopelle? ecco cosa dice l’esperto

Quando si parla di pelle e ecopelle, si fa spesso confusione sia a livello terminologico sia rispetto alle caratteristiche tecniche, estetiche e ambientali dei due materiali. Capire la differenza tra questi materiali è essenziale non solo per scegliere consapevolmente un prodotto, ma anche per comprenderne l’impatto sull’ambiente e la sensorialità, ovvero la percezione tattile e visiva che essi comunicano.

Cosa si intende per pelle

La vera pelle è un materiale naturale di origine animale, ottenuto tramite la lavorazione e la conciatura delle pelli grezze di bovini, ovini, caprini o suini. La conciatura può essere di tipo minerale (al cromo) o vegetale, quest’ultima con impatto ambientale ridotto e riconoscibile per tonalità calde e invecchiamento naturale. La pelle si distingue per:

  • Morbidezza e flessibilità
  • Traspirabilità elevata: permette la regolazione naturale dell’umidità
  • Durata superiore: resiste meglio nel tempo senza rompersi o screpolarsi facilmente
  • Profumo caratteristico: un odore naturale che difficilmente può essere replicato artificialmente
  • Grana unica: ogni pezzo mostra venature e imperfezioni proprie, segno della sua autenticità

Grazie alla sua robustezza, la pelle viene scelta per prodotti destinati a durare nel tempo, come calzature, pelletteria artigianale e rivestimenti di alta gamma. Il processo di produzione della pelle vera, tuttavia, comporta sia un utilizzo di risorse animali sia un impatto ambientale che varia in base ai metodi impiegati, anche se la moderna conceria italiana si impegna ormai in pratiche sempre più sostenibili seguendo normative precise.

Cosa si intende per ecopelle

L’ecopelle è spesso confusa con la finta pelle (o similpelle), ma la norma italiana UNI 11427:2011 e la pratica aziendale la definiscono in maniera diversa. L’ecopelle è:

  • D’origine animale: ricavata da pelli come quella bovina o ovina
  • Lavorata secondo criteri eco-compatibili: utilizza prodotti chimici a basso impatto ambientale, metodi sostenibili e garantisce procedure di smaltimento sicure
  • Spesso dotata di uno standard di qualità superiore: il risultato è un materiale ancora più pregiato della pelle tradizionale, con colore non uniforme, imperfezioni naturali e lunga durata

L’ecopelle è quindi una vera pelle trattata in modo sostenibile. Rispetto alla pelle convenzionale, però, ha un costo maggiore, richiede cure costanti e può essere più rara nei punti vendita. La maggior parte della pelle conciata in Italia oggi rispetta i criteri dell’ecopelle.

La finta pelle o similpelle: non è ecopelle

Un errore molto comune è quello di usare i termini “ecopelle” e “finta pelle” in modo intercambiabile. In realtà, la similpelle è realizzata con materiali plastici derivati dal petrolio, come il PVC o il poliuretano, e spesso commercializzata anche come “pelle vegana”. Non ha dunque origine animale e il processo produttivo prevede l’impiego di sostanze chimiche e plastiche. Questo comporta alcuni vantaggi e svantaggi distintivi:

Vantaggi della similpelle

  • Prezzo contenuto: più economica rispetto alla pelle vera
  • Facilità di manutenzione: resiste bene alle macchie e all’umidità
  • Scelta etica per chi non vuole prodotti animali

Svantaggi della similpelle

  • Durata limitata: tende a screpolarsi più rapidamente
  • Meno traspirante: non permette il passaggio dell’aria e può provocare sudorazione
  • Odore chimico: non ha il profumo tipico della vera pelle
  • Impatto ambientale elevato: la produzione si basa su plastiche e sostanze derivate dal petrolio, risultando spesso più inquinante della pelle naturale

Anche la cosiddetta pelle vegana rappresenta una categoria separata: può essere realizzata con materiali di origine organica non animale, come fibre vegetali o scarti agroalimentari, ma anch’essa spesso incorpora componenti plastici. Questi materiali, pur portando benefici in termini di cruelty-free, non sono necessariamente meno dannosi per l’ambiente rispetto alla pelle vera.

Come riconoscere a colpo d’occhio e al tatto

  • Tessitura: la pelle vera è più morbida ed elastica, la similpelle e l’ecopelle tendono a essere più lisce o fredde al tatto
  • Profumo: la vera pelle ha un odore intenso e naturale, la similpelle odora di plastica
  • Traspirabilità: la pelle vera ed ecopelle respirano, mentre la similpelle no
  • Grana: la pelle vera e l’ecopelle hanno venature e difetti naturali, la finta pelle mostra una superficie uniforme e ripetitiva

Secondo numerosi esperti del settore, la scelta tra pelle, ecopelle e finta pelle dipende dalle priorità del consumatore: durabilità e sensorialità, sostenibilità ambientale, etica animale o praticità d’uso.

Impatto ambientale e considerazioni etiche

Dal punto di vista della sostenibilità, la questione è complessa. La produzione di vera pelle e di ecopelle – specie se conciata al vegetale e secondo i moderni standard ecologici – offre una soluzione più sostenibile rispetto alla finta pelle, tenuto conto anche della lunga durata dei prodotti e della possibilità di rigenerazione e riciclo. Al contrario, la finta pelle e la maggior parte delle pelli vegane contengono plastica derivata dal petrolio e non sempre risultano riciclabili, ponendo problemi di smaltimento e inquinamento delle microplastiche.

L’ecopelle concorre quindi sia alla tutela ambientale sia al mantenimento di standard estetici superiori, ma il suo costo (legato a lavorazioni più complesse e materiali selezionati) la rende un prodotto di fascia medio-alta. Infine, chi desidera un materiale completamente cruelty-free dovrà orientarsi su alternative vegetali ma, come spiegato dall’esperto, rinunciando a una serie di proprietà tipiche della vera pelle.

La differenza tra pelle ed ecopelle non va ricercata tanto nell’origine animale, quanto nei processi industriali utilizzati e nelle normative di riferimento, con conseguenti riflessi sulle prestazioni, sull’immagine e sulla sostenibilità dei prodotti finiti.

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