Hai avuto un infarto? Ecco gli alimenti che devi assolutamente eliminare subito

Se hai subito un infarto, modificare le tue abitudini alimentari è una delle priorità per ridurre il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari e proteggere la salute del cuore. Alcuni cibi, se assunti anche in moderazione, possono peggiorare lo stato delle tue arterie e promuovere l’accumulo di colesterolo LDL o aumentare la pressione arteriosa. Per questo, è fondamentale eliminare immediatamente dalla dieta determinati alimenti che risultano particolarmente dannosi per il sistema cardiovascolare.

Gli alimenti più pericolosi dopo un infarto

La prima categoria di cibi da eliminare sono gli alimenti ricchi di grassi saturi e trans. Si trovano principalmente in:

  • Burro, lardo, strutto, margarine, panna e condimenti grassi di origine animale e vegetale
  • Insaccati ad alto contenuto di grassi come salame, mortadella, wurstel, salsicce
  • Carne rossa e le parti grasse delle carni
  • Alimenti fritti, cibi in pastella e intingoli
  • Snack confezionati (patatine, noccioline salate, pop-corn industriali)
  • Prodotti da fast food

La presenza di grassi saturi e grassi trans favorisce il deposito di placche nelle arterie, peggiorando l’insufficienza cardiaca e facilitando la formazione di nuove ostruzioni. In particolare, i prodotti lavorati, ricchi di olio di palma, olio di cocco o grassi idrogenati, sono associati a un significativo aumento del rischio cardiovascolare.

Altra componente da eliminare completamente è il sale. Un’elevata assunzione di sale (più di 5 grammi al giorno) aumenta drasticamente il rischio di ipertensione, che a sua volta accelera il deterioramento delle pareti arteriose e del cuore stesso. Il sale nascosto è particolarmente insidioso, presente in alimenti come:

  • Cibi in scatola, in salamoia o precotti
  • Dadi da brodo, salse pronte (tipo soia), estratti di carne
  • Formaggi stagionati e prodotti caseari ad alta sapidità

Anche una piccola quantità di questi prodotti può portare facilmente a superare la soglia raccomandata di sodio giornaliero, pertanto ogni forma aggiuntiva di sale andrebbe eliminata e, se necessario, sostituita con spezie aromatizzanti.

Altri alimenti da eliminare per proteggere il cuore

Una dieta post-infarto deve essere particolarmente restrittiva anche nei confronti di:

  • Dolci e prodotti zuccherati: torte, pasticcini, biscotti, creme, cioccolato, budini, merendine, brioche e barrette. Questi alimenti non solo apportano grandi quantità di zuccheri semplici, ma spesso sono ricchi di grassi saturi, contribuendo sia all’aumento della glicemia sia del colesterolo totale.
  • Bevande zuccherate: cola, tè freddo, aranciata, acqua tonica, e anche succhi di frutta industriali, poiché, nonostante la dicitura “senza zuccheri aggiunti”, contengono quantità significative di fruttosio e calorie nascoste.
  • Superalcolici e alcolici: il consumo di vino, birra e liquori, anche in modica quantità, è sconsigliato in quanto può aumentare la pressione e ostacolare la funzione cardiaca, oltre a favorire disturbi del ritmo e danni al fegato.
  • Alimenti precotti e preconfezionati: spesso ricchi di sale, grassi poco salutari, additivi e conservanti che favoriscono l’infiammazione sistemica e il danno vascolare.
  • Salse elaborate: come maionese, ketchup, dressing per insalate, che forniscono un mix pericoloso di zuccheri, grassi trans e sale.

I rischi dei cibi da fast food e industriali

I cibi da fast food rappresentano una delle categorie più rischiose per chi ha avuto un infarto. Hamburger, patatine fritte, pizze e snack salati sono particolarmente dannosi perché combinano elevate quantità di grassi saturi, sodio e zuccheri semplici. Anche moltissimi alimenti industriali, come le merendine o le barrette energetiche dal gusto “salutistico”, possono contenere grassi e zuccheri nascosti. Il consumo regolare di alimenti ultraprocessati è stato associato a una maggiore incidenza di recidive infartuali, aumento della pressione arteriosa e peggioramento dei parametri metabolici.

Tra i prodotti potenzialmente dannosi, si trovano anche i mitili, crostacei, vongole e pesci conservati sott’olio, poiché in alcuni casi contribuiscono all’apporto di sodio e, se consumati troppo spesso, possono alterare l’equilibrio lipidico. Questi alimenti vanno quindi limitati a una volta a settimana, secondo le linee guida della nutrizione clinica.

Gli errori da evitare e i principi della corretta alimentazione post-infarto

Molto spesso si sottovaluta la presenza di sale e grassi aggiunti nei prodotti che sembrano innocui, come il pane confezionato o i crackers. Scegliere alimenti nella loro forma più semplice, non lavorata e senza ingredienti aggiunti, è la strategia più efficace per evitare rischi. Un altro errore frequente è sostituire la carne rossa con grandi quantità di formaggi stagionati o salumi magri, che però possono comunque presentare un alto contenuto di sodio e grassi saturi.

Il principio cardine della dieta post-infarto è la predilezione per alimenti freschi, frutta e verdura in abbondanza, cereali integrali, pesce fresco e proteine magre provenienti principalmente da fonti vegetali e dal pollame. A ogni pasto principale, si raccomanda di evitare abbuffate e scegliere porzioni moderate, distribuendo l’alimentazione in cinque pasti equilibrati durante la giornata.

Attenzione alle porzioni e al bilancio calorico

Dopo un infarto, non solo ciò che si mangia ma anche quanto si mangia è determinante. Eccedere con le calorie può portare a sovrappeso e recidive di eventi cardiovascolari. La limitazione delle porzioni, la riduzione del consumo di uova (non più di due-quattro a settimana) e la scelta di metodi di cottura semplici (al vapore, al forno, senza grassi aggiunti) sono parte integrante di una corretta alimentazione preventiva per chi ha già subito un evento ischemico.

In ultima analisi, modificare radicalmente la dieta è un potente strumento di prevenzione secondaria. L’eliminazione di alimenti ricchi di sodio, grassi saturi, zucchero raffinato e alcol rappresenta una scelta di cura tanto quanto l’aderenza alle terapie farmacologiche e allo stile di vita consigliato dal cardiologo. Il recupero di un cuore sano dipende in buona parte dalla capacità di resistere alla tentazione di alcuni gusti e rituali alimentari ormai radicati e dalla volontà di favorire la longevità e la qualità della vita attraverso scelte quotidiane consapevoli e responsabili.

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