Pancia gonfia e dolore? Potrebbe essere questo parassita comune a infestare il tuo stomaco

Il gonfiore addominale accompagnato da dolore è una delle lamentele più comuni sia tra adulti che tra bambini e può essere dovuto a molteplici cause. Tra queste, un ruolo rilevante e spesso sottovalutato è ricoperto dalla presenza di parassiti intestinali, organismi che si insediano nell’intestino umano traendo nutrimento dall’ospite e provocando un ampio spettro di sintomi. Anche se non sempre la correlazione tra pancia gonfia, dolore e parassitosi è immediata, riconoscere i segnali può essere fondamentale per indirizzare la diagnosi verso una rapida soluzione.

Cosa sono i parassiti intestinali e come si trasmettono

I parassiti intestinali sono organismi di varia natura, tra cui vermi (elminti) e protozoi, capaci di infestare il tratto gastrointestinale e determinare sintomatologie variabili. La trasmissione avviene principalmente per via fecale-orale, attraverso acqua o alimenti contaminati, contatto con superfici infette o scarsa igiene personale. Alcuni dei parassiti più diffusi includono Giardia lamblia, ossuridi (vermi dei bambini), Tenia, Ascaris lumbricoides e Entamoeba histolytica, responsabile dell’amebiasi.

Le condizioni che favoriscono la trasmissione comprendono:

  • Scarsa igiene personale
  • Viaggi in aree tropicali o in Paesi con bassi standard igienici
  • Consumo di acqua non potabile o cibi poco cotti
  • Contatti stretti con persone infette
  • Presenza di animali domestici infestati

Sintomi tipici di un’infestazione parassitaria

I più comuni segni clinici correlati alla presenza di parassiti a livello intestinale variano in base al tipo di organismo, alla carica infestante e alla risposta immunitaria del soggetto. Tra i sintomi gastro-intestinali possiamo riscontrare:

  • Pancia gonfia o sensazione di tensione addominale
  • Dolore addominale, più o meno localizzato e di intensità variabile
  • Diarrea non motivata da cause infiammatorie note
  • Meteorismo (formazione eccessiva di gas intestinali)
  • Nausea e vomito
  • Alterazione dell’alvo (stipsi alternata a diarrea)
  • Perdita di peso ingiustificata
  • Comparsa di frammenti biancastri nelle feci, a volte visibili a occhio nudo

Altri sintomi sistemici legati al malassorbimento provocato dai parassiti includono spossatezza, astenia, anemia e deficienze vitaminiche. In casi più rari, l’infezione può diffondersi ad altri distretti causando manifestazioni come ittero, febbre, dermatite o addirittura dolore muscolare e articolare se interessati organi extraintestinali.

Differenze fra parassitosi e altre cause di gonfiore addominale

Il gonfiore addominale è spesso associato a disturbi funzionali come la sindrome del colon irritabile oppure a fenomeni di disbiosi e fermentazione intestinale. Tuttavia, esistono dei segnali che devono far sospettare una causa parassitaria:

  • Insorgenza dei sintomi dopo un viaggio in Paesi a rischio o dopo aver consumato acqua/cibi di dubbia provenienza
  • Presenza persistente di diarrea o dolore addominale non riconducibile ad altre cause note
  • Comparsa di sintomi sistemici come improvvisa perdita di peso, febbre moderata e segni di malnutrizione
  • Situazioni di prurito anale o rilevamento di piccoli vermetti, soprattutto nei bambini
  • Simultanea presenza di sintomi in persone conviventi

Un classico esempio è la giardiasi, causata dal protozoo Giardia lamblia, che può provocare diarrea acquosa, crampi, gonfiore, talvolta stipsi, e successivamente predisporre allo sviluppo di una sindrome dell’intestino irritabile anche dopo la risoluzione dell’infezione acuta.

Diagnosi e trattamento delle infezioni parassitarie intestinali

La diagnosi di infestazione parassitaria si basa su una combinazione di anamnesi, esame obiettivo e indagini di laboratorio. È fondamentale rivolgersi a un medico specializzato quando si manifestano sintomi persistenti o atipici. Le principali metodiche diagnostiche includono:

  • Esame delle feci per la ricerca di uova, larve o parassiti adulti
  • Test molecolari per identificazione del DNA parassitario
  • Emocromo e dosaggio di vitamine e micronutrienti
  • Ecografie o imaging in caso di localizzazioni extraintestinali

Il trattamento varia a seconda del microrganismo identificato e può prevedere la somministrazione di antiparassitari specifici (come mebendazolo, albendazolo, metronidazolo) e, nei casi più gravi, terapie di supporto per correggere disidratazione o squilibri elettrolitici. Per ridurre il rischio di recidiva è indispensabile correggere eventuali fonti di reinfezione, migliorare l’igiene personale e, nei nuclei familiari, talvolta trattare tutti i conviventi.

Prevenzione e buone pratiche igieniche

Per limitare l’insorgenza di nuove infezioni è raccomandato:

  • Lavare accuratamente le mani dopo l’uso del bagno e prima dei pasti
  • Assicurare cottura completa dei cibi, in particolare carne e pesce
  • Utilizzare acqua potabile, specialmente in Paesi a rischio
  • Educare i bambini a una corretta igiene

In definitiva, la presenza persistente di gonfiore e dolore addominale potrebbe celare una condizione come la parassitosi intestinale, una problematica talvolta subdola ma pienamente curabile se diagnosticata per tempo. Affidarsi a uno specialista e non sottovalutare i segnali di allarme rimane la strategia più efficace per preservare la salute dell’apparato digerente e prevenire complicazioni a lungo termine.

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